K2: nuovo reparto di Terapia Intensiva in vetta

Pakistan. Il governo di Islamabad ha comunicato che si sono resi disponibili 10 (dieci) posti nel nuovo centro di Terapia Intensiva sulla vetta del K2. Una bella notizia, dopo gli assembramenti creati sulla montagna da un gruppo di 10 (dieci) meritori volontari nepalesi. “I nostri ospedali in città sono al collasso” ha dichiarato il Primo Ministro Pakistano “i posti in terapia intensiva sono tutti occupati  e quei 10 (dieci) posti ci aiuteranno a salvare molti dei nostri connazionali.” Il PM ha poi pubblicamente ringraziato il gruppo di nepalesi: “Many, many, many, really a lot of tanks!”

Ma, nonostante le parole accomodanti de governo, il gruppo dei 10 (dieci), di ritorno al campo base, non è sfuggito alla polizia che ha loro comminato una salatissima ammenda: “Abbiamo rilevato assembramenti sia al campo base che nei 4 campi avanzati: 5 campi, 10 (dieci) persone, 200 dollari a persona fanno 10.000 (dieci mila) dollari” ha dichiarato Sharif al Mazzett, capo della sezione di Polizia di Skardu.

“È una ingiustizia” tuona Breathanny O’Two, la pugnance Expedition Manager della Red Bull, sponsor della spedizione.  “Non abbiamo violato nessuna delle regole anti pandemia, non abbiamo utilizzato nessuna delle strutture sanitarie pakistane. Anzi, abbiamo portato ben 10 (dieci) apparati per la respirazione artificiale fin sul cucuzzolo della montagna, proprio per essere di aiuto alla popolazione locale. Purja Sherpa, Ninja Sherpa, Forja Sherpa, Lanja Sherpa, Canja Sherpa, Finja Sherpa, Ranja Sherpa, Manja Sherpa, Franja Sherpa e Minghia Sherpa hanno rispettato tutte le regole anti-covid:  hanno fatto il test 72 (settantadue) ore prima della finestra di bel tempo, si sono disinfettati le mani prima di infilare i guanti, hanno sterilizzato le punte delle piccozze, hanno mantenuto il distanziamento sulle corde fisse e nelle tendine da bivacco ai campi alti e hanno tenuto la mascherina per la respirazione artificiale per tutta la salita. L’unico momento in cui l’hanno tolta è stato all’arrivo in vetta per intonare commossi l’Inno Nazionale. È stato un momento emozionante,  al passo con i tempi e per nulla retorico. Non potevamo negarlo”, continua la O’Two che è poi intervenuta personalmente presso in comandante Al Mazzett, ottenendo l’annullamento della multa in cambio di 200 (duecento) piccoli ritratti su sfondo verde di George Washington .

Il governo nepalese in un semplice comunicato si è complimentato con i sui connazionali: “Un manipolo di eroi, guidati dalla sole proprie forze e dalla fede in Dio, con indomita abnegazione, impareggiato vigore, indefessa energia e ardimentoso slancio, consegna la valorosa impresa all’imperitura memoria della nostra Nazione, che in questo giorno si rigenera in una radiosa alba di gloria e risorge più bella e più grande che pria”.
“Bravo!”
“Grazie!”

Al di là delle polemiche contingenti, resta la grande impresa, che indiscutibilmente farà storia: il primo uomo, il primo uomo, il primo uomo, il primo uomo, il primo uomo, il primo uomo, il primo uomo, il primo uomo, il primo uomo e il primo uomo che è ha montato un reparto di Terapia Intensiva in cima al K2.

Intanto, in attesa che qualcuno degli alpinisti già presenti al campo base effettui la prima invernale del K2, la Red Bull già prepara la prossima impresa: 10 (dieci) jamaicani faranno, tutti insieme, 18.99 sui 200 metri nelle finali delle Olimpiadi con il tutore al ginocchio. E c’è da scommettere che ce la faranno!

Referendum riduzione spit: SI o NO?

I prossimi 20 e 21 settembre si terrà l’atteso referendum confermativo per la riduzione del numero degli spit sulle vie di arrampicata. Come noto, la riforma prevede la riduzione delle protezioni sulle vie sportive fino a un massimo di una ogni 5 metri. Il tema è di grande attualità dopo la schiodatura di Dolmen, la via trad di Rolando Larcher in Val Gardena, integrata appunto con tre spit.

I sostenitori del SI, pur prendendo le distanze da questi atti di vandalismo, spiegano cosi’ la loro posizione: “La riforma permetterebbe un grande risparmio per le casse dei chiodatori e soprattutto migliorerebbe la qualità degli arrampicatori” spiega Andrea Volalongo, deputato del Movimento 5 Spit, tra i promotori dell’iniziativa di riforma. “Oggi non vola più nessuno. Vediamo arrampicatori appesi che saltano sistematicamente i passaggi chiave tirandosi sui rinvii e questo non fa bene all’Italia. La Germania e gli altri partner europei sono molto più avanti su questo punto: basta vedere cosa succede a Ceuse o in Frankenjura. Promuovere la meritocrazia anche in falesia e limitare la caciara il sabato e la domenica per poter provare i tiri duri senza rotture di palle: questi i nostri obiettivi. Ovviamente la riforma deve essere accompagnata da altri provvedimenti – continua Volalongo – come incentivi per l’acquisto dei nuovi bastoni telescopici da 20 metri, sgravi fiscali per gli ansiolitici e dispenser di carta igienica in falesia”.

L’Onorevole Volalongo su Fun-out (7c+)

I sostenitori del NO la vedono in modo opposto. “Oggi nell’arrampicata c’è un deficit di democrazia” spiega Mario Micaco,  ex delegato nazionale alla Fifa e promotore di un altro importante referendum, quello per l’abolizione dei sentieri di avvicinamento. “Votare NO significa bloccare la nefasta tendenza a ridurre gli spit. Vogliamo più gente in falesia, più radio accese, più gente che urla, più grigliate e soprattutto turni di sicura più lunghi sulle vie che tutti provano ma che nessuno fa: ti riposi meglio tra i tentativi e hai più tempo per guardare i culi delle climber carine”.

Le posizioni dei partiti sono molto variegate. Il PD ha una posizione chiara e netta: “Meno spit significa che ci sono meno protezioni, mentre più spit significa che ce ne sono di più”, sostiene il segretario DEM Zancaretti.

Per Giorgia Meloni, schierata per il SI, è una questione di identità nazionale: “Emilio Comici negli anni ’20 metteva un chiodo ogni 30 metri. Ora perché ne serve uno ogni metro? Siamo un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di navigatori e di arrampicatori, e togliere un po’ di protezioni restituirà al Popolo Ittaliano un po’ di orgoglio nazionale”.

Per Salvini, più moderato del solito, non solo vanno tolti gli spit, ma vanno anche demolite le falesie con le ruspe. “Sono un ricettacolo di fannulloni, in Lombardia, come in Piemonte, in Liguria, in Emilia Romagna ma anche in Campania, in Puglia, in Sicila, in Sardegna….. ecco: piuttosto chiudiamo i porti in Sardegna.”

Berlusconi invece dice NO: “Già mi sono cagato sotto con il COVID, non vorrei cagarmi sotto anche in falesia”.

Venerdì 19 per la chiusura della campagna elettorale, il comitato per il NO si ritroverà a Arco con Arturo Trapanesi, il chiodatore di No fall is my goal, il 6a più ripetuto del mondo (30 metri con 41 spit). Il comitato del SI invece terrà una manifestazione a Finale Ligure con un testimonial d’eccezione, Alex Honnold, in viaggio di nozze nel Belpaese, il quale in proposito ha dichiarato: “Gli spit? SI e NO se li vedo quando scalo…”

Negazionisti ad Arco: “Non ce n’é di Noviccì”

Dopo Berlino, Londra e Roma, i negazionisti si sono dati appuntamento ad Arco di Trento.

Migliaia di centinaia di decine di manifestanti (gli organizzatori parlano di 200 mila persone mentre la barista del Bar Nazionale ne ha contate 23), tutti senza mascherina e senza sacchetto della magnesite, sono accorsi sabato scorso in Piazza III Novembre, davanti alla Collegiata dell’Assunta. Al grido di Non ce n’è di Noviccì, i manifestanti hanno negato l’esistenza del COVID, del bosone di Higgs, dello sbarco in Normandia, del prezzemolo, del 9c e della mafia.


La piazza di Arco gremita di manifestanti anti-9c

Tra gli speaker del palco di Arco c’era Massimo Dell’Assurdo, sostenitore dell’inesistenza del Colosseo e primo promotore del rocciapiattismo.

Silence, – sostiene Dell’Assurdo –  il presunto 9c salito da un non meglio identificato scalatore ceco, conosciuto con lo pseudonimo di Adam Ondra, è di fatto un complotto delle multinazionali della magnesite e dei sostenitori della dittatura del grado. La loro logica è inumana e agghiacciante: più alzano il grado, più magnesite vendono, a danno dell’ambiente, delle prese e dei polmoni dei palestrari. E le Big Pharma già stanno preparando il vaccino…. Questo Ondra – insiste Dell’Assurdo – è in realtà un agente del Gruppo Bilderberg ed è affiliato al Sacro Ordine dei Gran Scalatori di Sion, ma la stampa di regime non ne parla. Noi ne siamo certi: il 9c non esiste”

Le motivazioni addotte dal Dell’Assurdo in effetti danno da pensare “Abbiamo visto la grotta di Flatanger su Google Maps e a noi risulta essere piatta, come del resto tutte le altre rocce visibili dal satellite. Provare per credere. Ora mi chiedo: come è possibile fare un 9c su una roccia piatta? Solo dei creduloni, schiavi dei poteri forti e manipolati con i chip sottopelle attraverso i trasmettitori 5G possono prestare fede a simili fandonie”.

Anche Bibliographie, il nuovo 9c salito salito da Alex Megos a Ceuse, è stata oggetto delle analisi del gruppo dei rocciapiattisti: “È evidente che le foto sono state fatte dalla CIA nel deserto del Nevada e il biondino tedesco giocava a fare la verticale con la corda attaccata. I poteri occulti finanziati da Bill Gates, usando i loro speciali software, hanno poi girato le foto per far sembrare che la via strapiomba. Siamo ormai alla dittatura.”

Alex Megos cerca di fare la verticale nel deserto del Nevada
(Foto: archivio Central Intelligence Agency)

Stefano Ghisolfi, di ritorno a casa da Flatanger dopo il suo lungo lavoro su Change (9b+) non ha voluto prendere una posizione, ma ha commentato dicendo che se la grotta fosse veramente piatta lui sarebbe contento e il primo crux della via sarebbe sicuramente 17 gradi di meno.

Per stemperare la tensione, dopo la manifestazione, i partecipanti sono andati a scalare a Massone. Uno di loro, dopo essere sceso da un via ha dichiarato “Sto’ 6b è durissimo. Sarà che è unto, sarà che non uso la magnesite, ma 6b…. proprio NON ESISTE!”

Stop all’arrambicata a Frogiolone

È di pochi giorni fa la notizia che il sindaco di Frogiolone, comune nel quale si trova la falesia Forgia Quadra, conosciuta anche come Colle dell’Orbo, ha vietato l’arrambicata. Nonostante le proteste, il sindaco ha voluto bloccare comunquemente le rischiose e dannose scorribande sulle vie ferrate da parte degli scalatori che frequentano la zona. “La Sorcia Quadra è eternamente e sempremente del Popolo di Progiolone” sostiene il sindaco in un commento su facebook, poi rimosso. Abbiamo verificato: è vero!

Infattamente, il Popolo di Truciolone è il padrone della falesia perché comunquemente lo prevedono gli Usi Civici della Mondagna. Il Popolo di Protolone, al grido di Cchiu gradu pe tutti dice che “nun ‘ze sa chi ce l’ha messe, ma visto che ‘ste vie ferate già ce stanno, cercamo armeno de facce un bo’ de sordi“. Ma soprattuttamente il Popolo di Porcolone si è stancato di sentir dire che qualcuno si fa male casa loro. “Se volete vi aiutiamo a farvi male a casa vostra, ma non qui a Forcolone”. Del resto la storia parla chiaro: il Popolo di Borgiolone è una fiera etnia di burini dediti alla grigliata di carne di cavallo che iniziò secoli fa la colonizzazione della Torcia Quadra, sottomettendo i popoli invasori a colpi di frigoriferi e lavatrici abbandonate e stabilendo lo ius primae tacchis con lo stendardo “voi qui nun’ge dovede rombe er cazzo“.

Ma la questione senzadubbiamente è molto più glande di quanto sembra. Forze contrarie all’interesse Comunale di Torpolone, legate alle lobby sexo-marxo-spitto-mondialiste, vogliono mettere le mano (nei buchi) e i diti (sulle tacche) senza nemmeno pagare pedaggio cercando di favorire l’invasione degli extra-comunali. “Vogliamo porti e strade provinciali chiuse” grida il Popolo di Sbrodolone. Ora i climber protestano “Abbiamo speso milioni di euri per attrezzare la falesia”. Ma è tutto inutile e il sindaco è inamovibile. Infattamente è eletto dal Popolo di Frociolone!

Mia zia Ines ha fatto Action Directe

La mia cara zia, Ines Zanchetta, 67 anni di Gallarate, ha finalmente coronato il sogno di una vita: liberare Action Directe, il mitico, durissimo tiro in Frankenjura aperto nel lontano 1989. La realizzazione viene dopo la ripetizione della stessa via da parte di Said Belhaj, dopo che Alfio del bar sotto casa ha pescato una trota di due metri e mezzo alla maranella di Tor Cervara e dopo che Alvaro, il meccanico di Viale Marconi, ha passato una notte di sesso sfrenato con Jennifer Lopez nel capanno del bilancione di Ostia.

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Said Belhaj ripete “Action directe, Action directe, Action directe, Action directe….”

La zia Ines non è una climber professionista ma ha all’attivo alcune salite di pregio come Conto Scoperto (6c) al Monte de Paschi e Pago Pegno al Monte di Pietà (6b+) quest’ultima realizzata per far fronte alle spese per il corredo della nipotina.

Ho parlato con mia zia la quale mi ha dato qualche dettaglio in più su questa realizzazione a dir poco inconsueta. «Eravamo andati a Frankegiura con lo zio Ermete, Don Ivan, la Franca, la Nives, il Giova e gli altri della parrocchia per una visita al santuario di San Gullich, quando nel bosco ho visto questa roccia bellissima e ho deciso di salirla. Ho chiesto a gesti ad una signora tedesca, che era lì e lavorava all’uncinetto, se poteva farmi sicura con il filo di cotone e appunto con l’uncinetto. “Si romperà?” le chiedo. Ha fatto il segno della croce e ha subito accettato. Così ho cominciato a fare i primi tentativi: il lancio mi è venuto quasi subito, ma i monoditi prima dell’uscita mi scivolavano, forse perché la sera prima avevo preparato l’impasto per i canederli insieme alle altre sorelle parrochiane di San Gullich. Comunque dopo circa 30 minuti, al sesto tentativo, sono riuscita a salirla tutta senza cadere». E brava la mia zietta!

Subito dopo la pubblicazione della notizia su 8a.nu, si sono scatenati i soliti odiatori e leoni da tastiera che non credono a mia zia. Vergogna!

All’origine dei dubbi, dicono loro, c’è il fatto che la zia Ines non sia stata in grado di dire come si chiama la signora che le faceva sicura. Ma Santi Numi! In primo luogo, la zia Ines, non dice le bugie! In secondo luogo: la zia parla bene il dialetto della Brianza ma poco l’italiano, figuriamoci il tedesco. Ma soprattutto: lei cucina, prega e arrampica solo per se stessa: non deve rendere conto a nessuno né di quanto prosciutto mette nell’impasto dei tortellini, né di cosa fa in parrocchia con Don Ivan quando lo zio Ermete va alla bocciofila, né tanto meno se ha fatto o no la rotpunkt di Action Directe!

Peraltro, il 25 ragazzi della nostra redazione, dopo soli 45 giorni di ricerche, sono riusciti a contattare l’assicuratrice tedesca: si chiama Anke Bucien e l’abbiamo rintracciata attraverso l’account Istagram del fratello del cugino del nonno dell’ex marito della vicina di casa della sua compagna di banco del liceo. Anke è una tranquilla signora settantenne di Norimberga, anche lei in gita domenicale nello Jura Francone.

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Anke Bucien, al lavoro con l’uncinetto con il quale ha fatto sicura a zia Ines

«È stata una emozione grandissima fare la sicura a Ines sul 9a. Saliva come una libellula, nonostante i suoi 84 chili e la gotta che l’ha fatta penare per calzare le scarpette. Sono certa che Nostro Signore l’ha aiutata perché senno’, che Dio mi perdoni, cor cazzen che la faceva».

Arcelor-Mittal: «Acciaio e ghisa prodotti a Santa Linya»

Dopo la recente chiusura a Taranto del reattore per la produzione della ghisa, fanno discutere le nuove indiscrezioni sui documenti interni di Arcelor Mittal, sequestrati dalla Guardia di Finanza.

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Secondo questi documenti, il gigante anglo-indiano già da tempo aveva programmato lo spostamento della produzione di acciaio e ghisa a Santa Linya, in Spagna.

Ecco uno stralcio del rapporto: «La produttività di Taranto è troppo bassa. Per fare tanto acciaio e tanta ghisa di qualità ci vuole un grottone come quello di Santa Linya. Le placchette infernali vicino a Taranto o quelle del Gargano al massimo ti fanno venire una tendinite».

A quanto sembra, Arcelor Mittal mirava allo sviluppo di nuovi processi produttivi a freddo sulle vie del grottone. «Secondo i nostri calcoli, la ghisa prodotta dagli avambracci dei climber che partono a freddo sugli 8a di Santa Linya, è di gran lunga più abbondante e di migliore qualità rispetto a quella prodotta dagli impianti della ILVA. Prova ne sia il fatto che, se ci provi, rimani ghisato per una settimana».

Il presidente Conte è 1nd1nn1ato per queste indiscrezioni: «È una posizione pretestuosa: in Italia puoi acciaiarti quanto e dove vuoi. Avete mai provato le vie unte bisunte a Massone? Avete mai scalato al Grottone di Sperlonga in un giorno di scirocco?».

Di Maio ha le idee chiare e taglia corto: «Abbiamo diminuito le emissioni del particolato M5S (Movimento 5 Solfuri) dal 32% al 15% in un solo anno. Porteremo i Benetton in tribunale, gli toglieremo la concessione per i camioncini della porchetta vicino allo stadio Olimpico, usciremo dall’Euro e entreremo nella Rupia».

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Adam Orda su Neanderthal (9b) a Santa Linya “Io qui non mi acciaio mai”

Intanto Stefano Ghisolfi, attualmente impegnato a Santa Linya per provare Stoking the fire (9b), sembra abbia già concluso un accordo commerciale con Arcelor per la fornitura di 150 tonnellate di ghisa in lingotti a forma di avambraccio gonfio. Criticato per il suo opportunismo ha dichiarato «Non sono contro i lavoratori di Taranto. Lo faccio solo per amore: mi hanno promesso 2000 fermacapelli in acciaio per la mia fidanzata.»

Salvini: «Il MESS sgrada le vie degli Italiani»

Il dibattito politico si infuoca dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini sulle modifiche al MESS (Meccanismo Europeo Sgrado Selettivo). Come noto, il trattato europeo prevede fino ad 0ggi una gestione unitaria dei gradi delle vie di arrampicata in tutta la zona Euro, con meccanismi di governance condivisi a livello UE. Secondo il senatore Salvini, le modifiche proposte sarebbero a solo vantaggio delle falesie tedesche e francesi. «Non possiamo accettare che le vie delle falesie italiane vengano sgradate dalla Merkel e da Macron mentre quelle del Frankenjura o di Ceuse sarebbero tutte rivalutate» ha dichiarato Salvini.

MESS cover

Secondo una simulazione effettuata da Million49, il drink-tank di arrampicata e moijto vicino alla Lega, con l’approvazione del MESS, la via Lapsus (9b) a Andonno potrebbe essere sgradata a 6c+ soft, mentre la tedesca Action Direct (9a) in Frankenjura sarebbe rivaluata a 9b+ e la francese Biographie (9a+) a Ceuse, arriverebbe addirittura a 9c.

Ma gli effetti sarebbero dirompenti soprattutto sui pipponi: centinaia di migliaia di climber seghe con il polpaccio tremolo che hanno sgobbato e sputato sangue sui 6b di Arco e di Finale si ritroverebbero con un 5b o un 5c al massimo. «La tick list della Signora Maria, costruita con anni di sudore e lavoro sui 6a e i 6b sarebbe semplicemente spazzata via con un colpo di mano da questi burocrati corrotti che fanno finta di lavorare a Bruxelles», continua Salvini.

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Salvini «Sui monoditi uso l’indice. Il medio lo riservo ai burocrati di Bruxelles»

L’onorevole Giorgia Meloni ha rincarato la dose: «Questo è Alto Tradimento: il governo deve spiegare agli italiani perché se si ghisa un tedesco è 8a e se si ghisa un italiano è 6b. Tolgono i gradi alle pippe per darli a quelli forti. Vergogna!».

Il Presidente del Consiglio Antonio Conte ha detto che si tratta di una bieca menzogna: «Dove era Salvini quando Ondra alle riunoni dell’Eurogruppo al Grottone di Sperlonga sgradava tutto? Dove era Salvini quando Ghisolfi si rompeva le dita su Biografie e la dava comunque 9a dopo 14 tentativi?». E poi lo sfida: «Vada a ripeterle lui, se ne è capace, e poi venga in Parlamento a fare 120 serie sul PanGullich, altrimenti lo querelo».

Intanto Adam Ondra, che si vedrebbe derubato del record di primo salitore di un 9c, preferisce non commentare «The MESS is a mess? I don’t discuss about grades, I prefer Silence».

DUX: in Abruzzo le nuove vie del Fascio

Dopo anni di manifestazioni di piazza, petizioni e proteste, il sindaco di Villa Santa Maria, st-ridente località dell’entroterra Chietino, ha finalmente provveduto al ripristino della scritta DUX scolpita 80 anni fa sulla parete che sovrasta il paese (info qui). E con l’occasione sono state aperte ben 52 vie di arrampicata nuove di Zecca.

DUX

L’ardimentosa e intemerata impresa, che copre di lustro l’Italia, è stata svolta con fiera e indefessa energia da una solerte e vigorosa Guida Alpina locale, a cui la Nazione tutta rende encomio e merito.

Il lavoro era necessario e improcrastinabile. A 70 anni di distanza dagli eventi di Piazzale Loreto, i ricordi dei 100.000 morti della campagna di Russia, delle retate degli ebrei nel ghetto di Roma, dei deportati di Auschwitz, delle Fosse Ardeatine, dell’olio di ricino, dei Balilla, del bostice e del Circolo Alpino Italiano, rischiavano di sbiadire tra mille cazzate come la libertà, la democrazia e la Costituzione Repubblicana. Ora una scritta su una roccia sta a indicarci di nuovo la retta via.

E quale modo migliore per ricordare che andare a scalare sulla parete di Villa Santa Maria? Abbiamo percorso tutti i 52 itinerari su questo scoglio di rocce rotte ma non sapremmo proprio quale consigliare. La parete è in pieno sole, ma i 45 gradi non ci hanno impedito di divertirci un mondo!

Ecco alcune vie consigliate:

Fascio superiore, parete di destra (in ordine, da destra verso destra):

  • A testa in giù: (3a) il passaggio chiave ricorda quello di Silence a Flatanger, da fare con i piedi legati.
  • Costituzione Repubblichina (2c): via brevissima, che finisce molto male.
  • Asse Roma-Belino (5c): una via del cazzo, da evitare
  • Purga (4b): fa cagare, anche questa da evitare

Attenzione: su queste vie alcuni massi NON si muovono.

Fascio Inferiore, a destra della parete di destra:

  • Il Balcone: (8a) via da spezzare le reni con il crux vicino a Dux
  • Da Predappio fino al Cappio (7c): via di Resistenza
  • Campagna di Russia: progetto (in molti l’hanno provata ma nessuno ha fatto la libera).
  • Il morbo di Ciano (7b+) una classica dell’Italia Centrale

Il Comune intende con questa operazione sviluppare il turismo in questa a’ mena località ricca di bellezze naturali. E i fatti sembrano dargli ragione: lo scorso fine settimana skin heads e simpatizzanti di Casa Pound hanno festeggiato la scritta DUX spaccando le vetrine dei negozi e pisciando sul monumento ai caduti. Sembra che il bar abbia fatto affari d’oro.

Massimo riserbo sulla somma spesa dal comune per questo utile lavoro. Se siete curiosi, telefonate all’apritore.

Il CAI dice no a FinalDisney

Il CAI di Finale Ligure dice no a FinalDisney, il grande progetto della Disney di trasformare le meravigliose valli finalesi in un enorme parco di divertimenti. Il progetto, sostenuto da arrampicatori e chiodatori locali, prevede la realizzazione di diverse infrastrutture in tutta l’area, con 16 ristoranti, due alberghi, una pista per go-cart, un centro benessere con 4 piscine e due night club.
L’albergo Bianceneve e i 7c Nani, con circa 2000 camere, sarà realizzato sull’attuale sito del Bric Pianarella che sarà raso al suolo (“nobody will never climb again on that fucking, crimpy slabs” così recita il comunicato stampa) e ne supererà l’altezza di ben 150 metri. Sulle torri del castello saranno realizzate 200 vie di arrampicata così da evitare l’apertura di nuovi settori, a salvaguardia dell’ambiente.

A Monte Sordo sarà installato il più grande sistema di montagne russe d’Europa, con passaggi da brivido rasenti alle pareti, e possibilità di lanciarsi alla catena di Hyena. “Tutti potranno prendersi per buona la salita del famoso 8b+” promettono gli organizzatori.
Monte Cucco sarà invece il nuovo hub del wellness verticale: bagni caldi per i polpastrelli sulle tacche di Radical Chich, massaggi deghisanti all’arrivo in catena e clisteri rilassanti al pepe nero dopo ogni run out.
A Rian Cornei sarà realizzata la zona ristoranti: un nuovo concept dedicato ai climber con menu fissi di vario tipo. Il piu’ gettonato? Succo di carota e sedano, facaccina integrale e 20 grammi di germi di grano, per non appesantirsi durante la giornata di arrampicata, a soli 40 euro.
Ha destato invece polemiche l’idea del BikerShoot, il gioco a punti che assegna biglietti premio e altri cadeaux a chi colpisce con palle da golf gli escursionisti in moubtain bike: 100 punti in salita, 300 in discesa. Si tratta della versione outdoor del tiro all’orsetto dei tradizionali luna park. La comunità dei biker protesta: “Vogliamo almeno le palle di gomma piuma”, ci dice un loro rappresentate.
I climber e i chiodatori locali sostengono il progetto, ma il CAI, da sempre incondizionatamente al fianco di chi arrampica, ha questa volta preso le distanze esprimendo contrarietà per l’iniziativa.
Incontriamo il Presidente de CAI di Finale al bar, a FinalBorgo.

Presidente, perché questa presa di posizione così dura verso questo progetto?

“Non è possibile distruggere in questo modo il patrimonio paesaggistico, naturale, archelogico, paesaggistico, culinario, culturale, paesaggistico, letterario, pittorico, teatrale, cinematografico, botanico e paesaggistico di Finale Ligure.”

Che tipo di soluzioni proponete?

“Per parte nostra sosteniamo iniziative meno impattanti, come il concerto del Coro degli Alpini nei parcheggi sotto le falesie, la proiezione in piazza di Assassinio sull’Eiger, film recente che non tutti hanno visto, la processione della Passio Christi del Venerdì Santo e la lettura di Alpinismo acrobatico di Guido Rey durante le passeggiate sui sentieri. A queste iniziative hanno già dato la loro adesione il Duca d’Aosta e Quintino Sella, compatibilmente con i suoi impegni relativi alla crisi di governo”.

So che avete lanciato uno slogan per questa vostra campagna….

“Si, abbiamo fatto appello alla fantasia… eccolo: Io credetti, e credo, la lotta col Climber utile come il lavoro, nobile come un’arte, bella come una fede.”

Quale è la filosofia che guida queste scelte?

“Sosteniamo che queste iniziative sarebbero un fanale nel Finalese finalmente finalizzato e sostenuto per il sostegno dello sviluppo di un turismo verticale e orizzontale, sano e sostenibile dal punto di vista sia paesaggistico che alpinistico-culturale. Sono concetti chiari a tutti”.

E, sorseggiando una coca, conclude “Se vuoi fare i tiri, a Finale non c’è posto: siamo già in troppi.”

Ondra svaluta Bitcoin del 30%.

Bitcoin, la cripto-moneta più capitalizzata del mondo ha subito nella giornata di ieri un inaspettato tonfo del 30%.

Molti analisti di area sovranista attribuiscono questa debacle a possibili problemi sulla tecnologia blockchain, quella utilizzata per generare le cripto monete. Altri invece, sostengono che i soldi e la ricchezza, così come i gradi, non si possono inventare con un computer.

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A tutti invece è sfuggita la apparentemente casuale coincidenza tra il tonfo di bitcoin e la visita di Adam Ondra alla Grotta dell’Arenauta (Gaeta-Sperlonga).

Ce ne dà notizia il nuovo sito livellozero.net con un un bell’articolo e una serie di fotografie mozzafiato.

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Sembra che le piazze internazionali siano entrate in panico quando Adam ha messo la corda sotto a Grandi Gesti (9a), la cripto-via con la maggiore capitalizzazione al mondo.

Nella prima ora di contrattazione la via ha tenuto, tra agganci di punta e knee-bar. I bassi volumi scambiati tuttavia mostravano che i mercati erano in stand-by aspettando gli eventi.

Alla partenza del secondo tentativo, gli operatori hanno subito capito che sarebbe successo qualcosa di clamoroso e sono cominciate le vendite a valanga su tutto il listino.

Mascherina, quotata 8c all’apertura delle contrattazioni, veniva scambiata a 8a+, toccando a metà mattinata anche il livello di 7b. Altri titoli consolidati perdevano di valore,  come Invidia (8c/8c+) che precipitava a 7c per poi risalire a 8b.

Anche le vie più facili hanno sofferto: Su Sardu (7a) svenduta come junk a 6a+ e Super Daytona L1 (6a) declassata a EE (Escursionisti Esperti).

Ma sono le azioni di Grandi Gesti che hanno avuto le più grosse fluttuazioni.

Subito dopo la partenza, vista la facilità con cui procedeva il campione ceco, dopo i sussurri di alcuni presenti (Pare 6a, È ‘na calla, La sta a fa co ‘na mano ar culo..) si è scatenata la bagarre. A metà via il titolo è stato sospeso per eccesso di ribasso per poi essere riammesso alle contrattazioni sul crux, dove Adam, sembra, abbia emesso un gridolino (vergogna!).

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La seduta si è chiusa con un 8c+ al secondo in una giornata in cui sono stati bruciati 157 miliardi di dollari, pari alla capitalizzazione di Wolfgang Gullich e Ben Moon messi insieme.

I mercati sono cosi’ tornati ai livelli del 1990, quando per fare un 7c ci voleva un anno di tentativi.

Adam ha detto che tornerà e che forse visiterà la Cueva, la grotta di Collepardo con alta concentrazione di vie dure. E già gli analisti prevedono un’altra giornata nera.

Prima di tornare a casa Ondra ha poi dichiarato “Non comprerò più Bitcoin, ma solo mozzarelle di bufala”

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