Ondra in vetta a Dawn Wall dopo il Big Pusher

Ce l’ha fatta: Adam Ondra, partito il 15 novembre per il Big Pusher il giorno 22 è uscito in vetta dopo aver superato in libera tutti i tiri di Dawn Wall.

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Ad attenderlo c’era la banda a stelle strisce dei pompieri di Sacramento che suonavano Lucy in the Sky with (Black) Diamond (LSBD). Con questo storico hit dei Beatles si è voluta così ricordare la stagione d’oro dell’arrampicata in Yosemite, quando la generazione Think Pink stazionava in parete per settimane e settimane, facendo viaggi verticali, sia fisici che mentali, a base di LSD.

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Tutta la comunità degli arrampicatori ha seguito, giorno per giorno, tappa dopo tappa,  con affetto e trepidazione la scalata di Adam, che, nessuno nutriva dubbi, sarebbe stata coronata dal successo.

Arrampicate notturne, illuminate dagli elicotteri in volo con proiettori da 2000 Watt che diffondevano a tutto volume drum&bass underground della West Coast;

migliaia di metri e centinaia di salite e discese sulle corde fisse con il supporto degli argani a manovella azionati dai boscaioli del Parco e dai numerosi fans festanti presenti in valle e giunti da ogni angolo del pianeta;

sette paia di scarpette numero 34, per lui che porta 43, strette e dolorose, con le suole rifinite al tornio e riprofilate al raggio laser per poterle meglio spalmare sulle microtacche e gli svasi del granito Californiano;

14.600 tonnellate di rinvii, distribuiti su tutta la parete, alcuni dei quali utilizzati per appendere macchinette Nespresso What Else? e refiller di Pepsi Cola Light con molto giaccio per le giornate calde;

pericolosissimi run-out sul 7c+ protetti con le attach plastificate multicolore dell’ufficio di papà;

Jacuzzi appese a 800 metri di altezza, con idromassaggio alle acque di sorgente, sigari cubani, strisce di magnesite e prostitute portoricane, per sentirsi finalmente “Lo Scarface che viene dall’Est”;

cliffhangers tenuti fermi sulla parete con lo Scotch o con il Bourbon (ma si sa, Adam preferisce il Single Malt);

faticosissime e stressanti dulfer su aleatorie fessurine lunghe 140 metri di grado 8b+ o su fessuroni off-width larghi fino a 5 metri, protetti incastrando carrelli elevatori e altri macchinari per uso industriale, avvoltolati con cordini da 15 metri;

pelle consumata dai micro cristalli e ricostruita in poche ore con speciali e rivoluzionari unguenti, preparati nei laboratori clandestini della ex Unione Sovietica a base di cellule staminali, uranio 235 e proteine sintetiche, già in uso ai ginnasti della DDR;

lanci di 14 metri in orizzontale tra una tacca e l’altra, con sbandierate, circonvoluzioni di 360 gradi, avvitamenti, doppi carpiati e tripli tolup;

formose donnine in bikini che annunciavano l’assalto al prossimo tiro, come negli incontri di boxe;

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grandi velieri dalle fauci infuocate, rinoceronti rossi e dinosauri alati che gli svolazzavano intorno durante i tentativi lanciando stelle filanti argentate e incitandolo al grido  Ola! Ola!;

skateboard in carbonio a 12 ruote per fare qualche flip trick e qualche loop slegato sulle strettissime cenge (visto che ce no sono tante…)

brevi ma comodi riposi sul portledge, trascorsi tra una minestrina nutriente, qualche Twix  da fame chimica, una intervista via satellite con la stampa internazionale, una foto per gli sponsor e qualche ora di sonno leggero;

e tanta, tanta classe e determinazione.

Questi gli ingredienti della salita che ha portato il fortissimo fuoriclasse ceco ad essere il primo uomo al mondo ad aver percorso integralmente in libera questa via che è ormai da considerarsi a tutti gli effetti una cult route  del ventunesimo secolo.

Di ritorno in valle, le Cheersleaders hanno fatto una grande festa: divise in due gruppi, le biondine si dedicavano a balli e coreografie, che includevano anche eleganti trazioni e sensuali sospensioni con l’ombelico scoperto sui rami degli alberi, mentre le morette massaggiavano dolcemente i piedi di Adam come delle gheishe giapponesi . «È stata un festa meravigliosa» ha detto Ondra ringraziando tutti e sorridendo con le guance sporche di rossetto, come i campioni del Giro d’Italia.

Dalla Colombia, il cartello di Medellín ha fatto sapere di voler reclutare Ondra tra i suoi testimonial mentre il senatore Gasparri dall’Italia, pur apprezzando il gesto sportivo, ha dichiarato «Siamo contrari alla cultura dello sballo».

Adam invece rimane concentrato sui suoi progetti «Ora voglio tornare a casa per andare dal mio podologo a Brno. Ma il mio grande sogno è quello di tornare e finalmente scalare questa via in sole 24 ore, in libera, in stile alpino e senza mai cadere. Sempre che non mi facciano l’antidoping!»

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