Jolly Lamberti candidato al premio Nobel per la letteratura

Stoccolma. L’Italia ha un nuovo possible Premio Nobel per la Letteratura: si tratta del climber Alessandro Jolly Lamberti, guida alpina, noto tra l’altro per essere stato il primo italiano a salire un 9a (Hugh a Les Eaux Claire, Francia) e per aver effettuato la prima salita invernale della difficilissima via Fram (Parete Sud della Marmolada, 7b+ obbligatorio). Jolly ha infatti recentemente pubblicato la sua ultima fatica editoriale: il libro si intitola Run Out e, a differenza delle sue prime pubblicazioni, dedicate alle tecniche di allenamento per l’arrampicata, ripercorre, in un intimo e tormentato sentiero alla ricerca della Verità, la sua vita dalla tenera giovinezza fino ad oggi. È un’opera di altissima ed erudita letteratura, che non ha nulla da invidiare ai lavori di grandi scrittori e poeti italiani come Giosuè Carducci, Grazia Deledda, Luigi Pirandello, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale e Dario Fo che prima di lui hanno potuto fregiarsi della medaglia d’oro con l’effige di Alfred Nobel.

Jolly Nobel

La candidatura è stata proposta dai sodali dell’Accademia Nazionale del Monodito riunitisi in plenum nei giorni scorsi. Nel documento reso pubblico dall’Accademia, firmato dalla segretaria Dolores Del Medio, in quanto tutti i membri, a causa delle gravi tendiniti, non possono più utilizzare la penna, si legge la seguente motivazione: «Per l’arte della memoria con cui l’autore ha evocato i più inafferrabili destini umani e svelato le sorti della vita e del mondo sotto la privilegiata lente d’ingrandimento della trazione su un monodito»

Accademia

La candidatura di Jolly al Nobel da parte dell’Accademia Nazionale del Monodito

L’Accademia ha dunque colto il valore universale dell’arte di Jolly, che nella sua opera si interroga sulle grandi questioni dell’esistenza umana, toccando temi profondi e trascendenti, come in questo brano:

Guidare di notte in autostrada, ingurgitando ettogrammi e ettogrammi di zucchero raffinato e artificialmente colorato, masticando decine di palline colorate, sputandone fuori le scorie ormai indurite e prive di sapore, per poi prenderne in bocca altre e altre ancora, godendo di quel piacere perfetto e illusorio che scatursice dalla insaziabilità. […]. Potrei uccidermi mangiando gomme a palla senza fermarmi mai, fino a sprofondare nel limbo del coma iperglicemico. [Dal cap. 33, Le mie cose favorite, pag. 219].

In questo passo Jolly scandaglia, nel buio della notte, gli abissi dell’animo umano combattuto tra la cullante dolcezza di una fila di gomme a palla e le pulsioni autodistruttive della bulimia: vivida metafora delle contraddizioni del mestiere di vivere.

gomme

Nel libro non mancano accenni ai grandi temi ambientali, più che mai di attualità, dal riscaldamento globale al consumo dei suoli, fino alla gestione dei rifiuti, seppur filtrati in chiave di igiene personale.

In quegli anni ero solito camminare sotto le pareti a piedi nudi, un po’ per fare il coatto e un po’ per far respirare il piede, sempre costretto dentro le scomodissime pedule d’arrampicata. Una specie di fungo mi si era formato nelle insenature tra le dita, fungo che si manifestava producendo una fetida ricottina marcia che, mischiandosi con la sporcizia raccolta nell’andare a piedi nudi, formava dei sedimenti grigio-nero-bianchi, che risultavano crostosi là dove fuoriuscivano dall’interstizio (e si seccavano) mentre rimanevano schiumosi là dove restavano protetti dal caldo umido delle dita dei piedi.  [Dal cap. 14, Fine anni’80, Petrella Liri, pag 81].

Attraverso il crudo impatto visivo di una prosa volutamente ripugnante e nauseabonda, l’artista tratteggia in maniera sintetica ed efficace uno dei più gravosi problemi dell’umanità: la formaggella micotica ai piedi.

run out copertina

Run Out, il nuovo libro di Alessandro Jolly Lamberti

Alcuni episodi di vita vissuta descritti nel libro evidenziano il profilo di un galante corteggiatore, un raffinato e garbato latin lover, un fine conversatore, abile ed estroverso, molto attento ai rapporti con le dame che a vario titolo si legano all’altro capo della sua corda. Una lezione di educazione e savoir-faire per coloro che, solo perché una donna ha le mani sporche di magnesite, si sentono autorizzati ad abdicare ai principi della cavalleria e della buona creanza con il gentil sesso. Leggiamo:

Abilmente feci una asola di bloccaggio, con controasola di sicurezza, a valle del Gri-Gri, per evitare che si potesse sbloccare accidentalmente (non per niente stavo per diventare una guida alpina). Ci vollero pochi istanti. Lei non si era accorta di nulla.
“Stai attento, ora per colpa tua mi sono stancata, mi hai fatto stare due ore su quel passaggio dimmerda”.
Mi incamminai sul sentiero che costeggiava la falesia. L’aria era fresca, le querce cominciavano già a macchiarsi di rosso, qualche foglia qua e là. Ottobre era il mio mese preferito per arrampicare. Il clima migliore. Cominciavo la stagione. Come fosse l’inizio dell’anno scolastico.
“Va bene”, risposi in automatico.
In risposta ci fu un silenzio attonito: la mia voce le stava arrivando da una angolazione diversa: quella di un osservatore che si stava allontanando.
Finalmente guardò sotto, e si rese conto che non c’era più nessuno, a farle sicura.
Quando cominciò a urlare, ormai avevo girato l’angolo del sentiero.
“Sei pazzo!! Pazzo! Mi fai paura”. [Dal cap. 18, Sfoghi, pag. 108].

L’Accademia proponente ha inoltre valutato positivamente i brani che lo stesso autore definisce erotici, ravvisando in essi anche una valenza medico-scientifica. Eccone uno:

Se fossi stato genuinamente me stesso, 14 minuti sarebbero stati anche troppi e dopo i primi rapidissimi secondi, gli altri si sarebbero dilatati in 14 interminabili ore di imbarazzo. Ma l’alcol mi aveva salvato, aveva funzionato come un miracoloso elisir di coraggio e potenza, e quando lei si inginocchiò davanti a me per baciarmi, con la testa in su per potermi guardare mentre lo faceva, sorridendo e gemendo dolcemente di piacere, riuscii a resistere, senza neppure dovermi ripetere mentalmente tutti e trentasette i passaggi della via di 8b che stavo provando. [Dal cap. 20, Primi anni ’90. Terminillo, pag. 128].

Il sessuologo-letterato Jolly indica dunque una nuova strada per soluzione del problema della eiaculatio precox: se proprio non potete farvi mezzo litro, è sufficiente, durante la copula o la fellatio, ripassare i movimenti del vostro 8b. E voi, ragazze, non lamentatevi più dei vostri non-performing partners: trovategli un 8b da provare, ma che sia molto duro, continuo e che abbia almeno 50 movimenti, per un piacere intenso e prolungato.

Secondo le indicazioni degli accademici è poi degno di nota il sincero e sconfinato amore che lo scrittore manifesta per i suoi allievi, un amore nato e cresciuto nelle lunghe giornate da maestro di arrampicata nella sua palestra o nei corsi in falesia. Leggiamo questo brano, intriso di passione per l’insegnamento e di autentica devozione verso i suoi discenti:

Ho il calo glicemico. Proprio oggi, un’altra rompicoglioni mi ha fatto saltare il consueto panino bresaola e melanzana, attaccandomi un pippone sul fatto che lei faceva le ferrate e voleva fare un corso di arrampicata soltanto per andare meglio in montagna, che la scalata sportiva non le interessava ma la voleva praticare come allenamento per la montagna… bla-bla-bla, parole che ho sentito mille volte: so che sono tutte stronzate e che poi quel tipo di soggetto entrerà in fissa proprio con la scalata sportiva. [Dal cap. 51, Il calo glicemico, pag. 319].

Sembrerebbe che molti allievi della sua palestra, apprezzando la sincerità di Jolly e non volendo più arrecare disturbo, dopo la lettura del libro abbiano chiesto il rimborso dell’abbonamento per andarsi ad allenare presso altre strutture. Alcuni avrebbero addirittura cambiato sport, per evitare, in caso di incontri in falesia, di turbare la meditabonda quiete del Maestro durante il suo pranzo al sacco.

Jolly su Fram (Parete Sud della Marmolada), 1992, Prima salita invernale

Jolly su Fram (Parete Sud della Marmolada), 1992, Prima salita invernale

Acute, intense e penetranti le sue costruttive riflessioni sul mestiere di guida alpina, una sorta di vademecum deontologico che dovrebbe a nostro parere ispirare tutta la categoria.

La guida è la puttana delle pareti. Va con chiunque, basta che paghi. Quando si è in parete, la corda, che viene giuntata proprio all’altezza dei genitali, diventa la prolunga del sesso e del senso; quando infilo la corda nell’imbracatura di qualche cliente, e poi la infilo nella mia, l’energia inizia a scambiarsi, non importa se etero o omo, se sensuale o sessuale.
Per 200 mila lire mi lego al primo che capita.
Ma è peggio che per una puttana. Perché la guida, pur essendo stata comprata, diventa padrone del primo che capita, padre, tutore, per 200 merdose mila lire diventa responsabile assoluto di una vita, diventa un Dio.
Sono poche 200 mila lire per una puttana brava come me.
Sono poche 200 mila lire per trasformarsi in un Dio. 
[Dal cap. 41, La puttana delle pareti, pag. 275]

D’ora in poi coloro che si legheranno ancora alla sua corda, sappiano che stanno in effetti intrattenendo rapporti sessuali a pagamento con una meretrice, seppur divina.

L’opera apre quindi al lettore inattese prospettive e rivoluzionarie visioni sui nostri universi e Jolly, moderno Orfeo, attraverso un impercettibile ma ineluttabile climax, ci conduce con la sua nodosa mano dall’Ade dell’apprendersi sul 6a all’Olimpo del fare 10 trazioni su un braccio. E l’umanità intera gliene rende merito.

Non resta che augurarci che la giuria di Stoccolma riconosca la sopraffina arte, l’inusitato talento e l’originale weltanschauung dell’uomo di lettere Alessandro Jolly Lamberti e magari chiuda un occhio sui suoi errori di grammatica.

Il libro costa come una pizza con gli amici, ma è molto più gustoso e non ingrassa. Per maggiori informazioni:

http://www.jollypower.com/libro2.html

2 pensieri su “Jolly Lamberti candidato al premio Nobel per la letteratura

    • Giuseppe, non era mia intenzione essere feroce e Jolly Lamberti sembra si sia fatto anche lui qualche risata visto che lo ha condiviso su Facebook.
      Il libro merita comunque di essere letto e fuor d’ironia ne consiglio la lettura.
      Grazie per gli apprezzamenti.

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