Rodellar (Spagna). Domenica si è svolta la Giornata Mondiale dell’Arrampicata alla presenza del Santo Padre sulla grande esplanada sotto al settore Gran Boveda a Rodellar. Migliaia i climber giunti da tutto il mondo per questa giornata di sport e di preghiera.
Papa Francesco durante l’omelia ha richiamato l’attenzione dei fedeli sulla necessità di aiutare i più deboli citando San Paolo e la sua Lettera ai Romani (Rm 15, 1): Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare la ghisa dei deboli, senza compiacere noi stessi.
Francesco ha specificato che San Paolo si riferiva in generale alle sofferenze dell’uomo, ma ha aggiunto «Cosa è la sofferenza se non arrivare sotto alla catena completamente ghisati dopo 35 metri di via e poi cadere?».
Il Papa, parlando della sua enciclica De pietate arrampicatoris (La misercordia dell’arrampicatore), ha poi sollecitato tutti a rispettare i più deboli: «Quando andiamo a scalare con qualcuno più debole di noi, dobbiamo considerare anche le sue esigenze e non portarlo solo per dividere le spese della benzina. Non possiamo pretendere – ha continuato il Papa – che tutti si possano scaldare su quei 7a che i forti conoscono a memoria. Il 7a per i deboli è comunque un grado difficile. Ricordatelo!».
Ha poi proseguito «Se il debole si ghisa o non riesce a fare il passaggio, lasciatelo provare e non date l’impressione di volerlo far scendere solo perché c’è una buona aderenza e voi dovete andare a fare il tentativo». Precetti morali che le migliaia di scalatori giovani e meno giovani hanno fatto propri.
Dopo la messa, il Santo Padre, come gesto di misericordia, ha lavato i piedi a Dani Andrada e Patxi Usobiaga nelle acque del Mascun, il fiume che scorre nella valle di Rodellar. I due campioni, visibilmente emozionati, hanno tuttavia voluto farsi lavare i piedi indossando le scarpette da arrampicata, per non mostrare, in segno di rispetto verso il Papa, i loro piedi bitorzoluti.
Il Papa, a chiusura della cerimonia, ha poi annunciato di aver avviato presso la Congregazione per le Cause dei Santi il processo di canonizzazione di Wolfgang Gullich, con queste parole: «Fare il primo lancio e tenere il secondo monodito di Action Direct nel 1991 è stato un miracolo, una chiara manifestazione della volontà Divina».
Il Santo Padre si è poi concesso, in privato, un momento di libertà ed è andato alla Gran Boveda a fare qualche tiro, accompagnato da Dani Andrada. Con sorpresa di tutti, ben guidato nella comune lingua dal bravissimo e paziente Dani, che faceva sicura e gli spiegava i movimenti dal basso, ha salito flash Coliseum, 8a.
La salita si è svolta senza particolari problemi: dopo la prima sezione di resistenza pura, arrivato al knee-bar, dove c’è un riposo totale, Francesco ha giunto le mani e si è raccolto in preghiera per qualche minuto. Dopo il riposone, il Papa ha percorso con fluidità gli ultimi metri della via fino in catena, anche se alcuni dei presenti lo avrebbero sentito urlare puta puta sul bloccaggio finale. Pur non potendo confermare tale illazione, il pensiero corre ad uno dei suoi recenti tweet, nel quale Francesco afferma che «siamo tutti peccatori».
Nel viaggio di ritorno sull’aereo papale, intrattenendosi con i giornalisti, il Santo Padre, da noi interrogato sui risultati di questa importante missione pastorale, ha laconicamente sentenziato «Coliseum? Dottor Zanchetta, sarà si e no 7c».
Etiam scriptum est: “Te autem arrampicante nesciat sinistra tua quid faciat dextera tua” (Mt 6:3)
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Si sinistra nesciat quid faciat dextera, arrampicans preacipitas!
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Augustinus tamen: Semper cecidit quem non substinuit fides… 😛
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Sempre bellissimo come gli altri. Avanti così!
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Grazie Zeno!
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