di Nando Zanchetta
A 202 anni dalla prima dell’opera rossiniana, che ebbe luogo al Teatro Valle di Roma, abbiamo incontrato Angelina, in arte Cenerentola, per rievocare quella giornata indimenticabile. È stata l’occasione per parlare della musica del grande pesarese e anche per sapere come è andata a finire…
Nando Zanchetta: Cenerentola, sono trascorsi più di duecento anni da quando, in quella giornata memorabile, hai sposato il principe Don Ramiro. Che ricordo hai?
Angelina Cenerentola: Si, è stata una giornata memorabile, ed è stato tutto meraviglioso! Se non fossi proprio io Cenerentola, direi che sembra una favola. Dopo il matrimonio, abbiamo vissuto anni di grande gioia. Il sottotitolo dell’opera recitava La bontà in trionfo e posso confermare che essere buoni porta sempre la felicità.
NZ: Ed ora come vanno le cose?
AC: Io e Ramiro siamo ancora molto uniti ma a distanza di tanti anni la passione si è un poco affievolita. E sono cominciati anche i problemi.
NZ: In che senso?
AC: Purtroppo dopo la scomparsa di Alidoro, il filosofo consigliere e maestro del Principe, siamo stati contornati da pessimi soggetti (uno dei quali era quel maleducato del suo scudiero Dandini…) che in pochi anni hanno dilapidato il nostro patrimonio portandoci quasi sul lastrico. Ora le banche hanno pignorato il nostro palazzetto e lo hanno messo all’asta. Io avevo promesso che non avrei approfittato dei suoi soldi:
Sprezzo quei don che versa
Fortuna capricciosa
M’offra chi mi vuol sposa
Rispetto amor bontà.
e ho mantenuto la promessa, ma gli altri non hanno fatto lo stesso. Ho fatto tanti sacrifici e non ho certo fatto spese pazze! In duecento anni ho comprato solo qualche abito firmato, una borsa di Luis Vuitton e mi sono fatta dare da Ramiro i soldi per un lifting. E’ vero che sono ancora bella, ma un piccolo ritocchino non si nega a nessuno, figuriamoci a Cenerentola!
NZ: Quindi ora ve la passate male…
AC: Purtroppo si, tanto che Don Ramiro, per portare un po di soldi a casa, ha deciso di partecipare all’Isola dei Famosi, anche se purtroppo ormai non lo conosce più nessuno. Ah, ma questo vale anche per gli altri…
NZ: E le tue due sorellastre?
AC: Anche loro finite male: sono rimaste entrambe zitelle e da quando non c’è più Don Magnifico, morto alcolizzato, hanno dovuto cominciare a lavorare anche loro. Tisbe cerca di sopravvivere facendo la fashion blogger. Ma non se la fila nessuno. Clorinda invece è diventata vegana e anti-favolista e tiene un blog antagonista contro le fiabe e i principi azzurri! Che tristezza! E pensare che le avevo perdonate per le loro cattiverie!
NZ: Cosa si prova ad essere protagonista di una fiaba cosi conosciuta e oggetto di una musica così bella?
AC: È una sensazione unica e mi rendo conto di essere stata una privilegiata. Insieme a Rosina del Barbiere di Siviglia, diventata qualche anno prima contessa nelle Nozze di Figaro, condividiamo un destino comune: siamo diventate mogli di nobili e abbiamo ispirato due grandi della musica come Mozart e Rossini.
NZ: Che cosa ti è piaciuto di più di quella giornata?
AC: È stata veramente una giornata speciale e piena di sorprese. E il Maestro le ha sfruttate tutte. Del resto mettere in musica le sorprese era la sua specialità: quando l’intreccio sembra non avere più via d’uscita, li inseriva il suo pezzo forte. Sapeva trattarle come nessun’altro ha saputo fare. In tutte le sue opere, che siano buffe o serie, ce n’è almeno una. In Cenerentola ce ne sono diverse, ma la più bella è quella del sestetto nel secondo atto, Questo è un nodo avviluppato, dove il tempo si ferma e rimane sospeso per qualche minuto: i sei protagonisti sono tutti presi dallo stupore per il fatto che la misteriosa dama con il velo sono proprio io e che il principe è proprio innamorato di me. Il testo è cantato a canone, con una struttura che Rossini utilizza quasi sempre in queste situazioni, ed il suo effetto è ben sintetizzato da Fausto Petrella, psicanalista e autore di La mente come teatro:
Percepiamo la consistenza fonica del groviglio, con tutti quei gr, tr, pp… Ma al tempo stesso il sestetto, col suo contrappunto, ci parla con la massima lucidità anche del groviglio della trama dell’opera, con i suoi affetti contraddittori e i suoi imbrogli, generatori di confusione e abbagli, che si scioglieranno infine con l’apoteosi di Cenerentola.
NZ: Di tutte le messe in scena quale preferisci?
AC: Sicuramente quella per il cinema, con la regia di Jean-Pierre Ponnelle e diretta da Claudio Abbado. Eccola.
Questo è un nodo avviluppato,
Questo è un gruppo rintrecciato.
Chi sviluppa più inviluppa,
Chi più sgruppa, più raggruppa;
Ed intanto la mia testa
Vola, vola e poi s’arresta;
Vo tenton per l’aria oscura,
E comincio a delirar.
NZ: Tornado alla tua vita attuale, pensi che il Principe don Ramiro riuscirà a vincere la nuova edizione dell’Isola dei Famosi?
AC: Noi ci contiamo e ci siamo organizzati per fare colpo sul pubblico: sarò presente anch’io come ospite speciale e con gli altri concorrenti canteremo di nuovo il sestetto, ma questa volta con un testo aggiornato:
Il palazzo è pignorato
Ed il conto è sequestrato
Non ho soldi per la zuppa
E la pancia mi si attruppa.
Ed intanto fo una festa
Ai Famosi io m’appresta
Non sarà più vita dura
Se io vado a trionfar!
NZ: E pensate di vincere?
AC: Si, ci speriamo molto! Anche se…
Ho paura che il mio sogno
Vada in fumo a dileguar